Spesso una vita felice è difficile da immaginare. Si sa molto bene cosa non non ci rende felici, come il lavoro totalizzante, o il lavoro che non c’è. Oppure, la solitudine o le relazioni che ci feriscono. Ma se è chiaro cosa ci rende infelici, può essere difficile individuare “esattamente” cosa ci potrebbe strappare un sorriso duraturo.
Ragionare in termini negativi, infatti, non aiuta a trovare una soluzione. In altre parole, se non sai bene cosa ti può rendere felice, è meno probabile attuare un piano che migliori il nostro benessere.
Forse quando pensiamo alla felicità possiamo sognare prevalentemente “attività” (che ci rendono felici), e non “cose”. Ecco allora un elenco di desideri che può aiutarci a delineare meglio cosa possiamo “fare” per sperimentare una maggiore felicità:
- il desiderio di espressione di sé, appagabile attraverso l’attività sportiva, il gioco con il prossimo, l’arte espressa, per esempio, in un disegno o uno scritto;
- il desiderio di esercizio dei sensi, che può trovare risposta ascoltando musica, mangiando bene, vedendo una mostra, abbracciando ed essendo abbracciati, odorando dei fiori (il tatto e l’olfatto sono sensi ancestrali che ci forniscono stimoli molto potenti);
- il desiderio di viaggio, attraverso una gita fuori porta, la scoperta di posti nuovi, una semplice passeggiata;
- il desiderio di relazione, appagato stando a contatto con i propri affetti, le amicizie o anche uno sconosciuto che stimoli la curiosità e allievi la solitudine;
- il desiderio di conoscenza, al quale si può rispondere leggendo, praticando, seguendo un corso, sperimentandosi in ambiti che ci stimolino, come la conoscenza di una nuova lingua.
Ora abbiamo gli strumenti per individuare la felicità in termini positivi: non quello che non è e di cui vorremmo sbarazzarci, ma a partire dai nostri desideri preponderanti e individuando le attività specifiche da fare per appagarli e acquisire un maggior benessere.
«Quando c’è una volontà, esiste una via», ecco la ricetta della felicità secondo Einstein